Nel 1946, un giovane geologo di nome Reginald Sprigg viene spedito a controllare se valga ancora la pena lavorare su certe miniere australiane nei pressi delle colline di Ediacara. Durante la pausa pranzo, Sprigg si accorge di alcuni fossili di medusa impressi nelle rocce. Quelle rocce sono molto, molto antiche. Di questo, Sprigg, da geologo, si accorge subito. Più tardi diverrà anche chiaro che quelle creature non sono meduse.
Fino a quel momento si era ritenuto che i fossili di organismi complessi di una certa dimensione potessero risalire al massimo all’esplosione faunistica del Cambriano, da 542 a 485 milioni di anni fa. Dopo la scoperta di Sprigg, e ulteriori conferme, chiamiamo Ediacarano il periodo precedente al Cambriano, quello che va da 635 a 541 milioni di anni fa. Un periodo popolato, a quanto pare, da creature dal corpo molle e piatto, prive di arti, prive di testa.
L'Ediacarano nella timeline preumana
All’epoca, sul pianeta esisteva un solo supercontinente, battezzato Pannotia, una delle conformazioni antenate di Pangea. Le creature di Ediacara misuravano in genere diversi centimetri e vivevano per lo più sul fondale marino, alcune erano immobili – come la Charnia, simile alle attuali penne di mare – altre presumibilmente strisciavano, alcune forse nuotavano. Se la questione si limitasse a questo, si tratterebbe solo di spostare indietro di qualche milione di anni la nascita degli animali. Ma c’è molto di più. Il fatto è che solo una parte delle creature ediacarane sembra avere qualche rapporto genetico con quelle che popoleranno il Cambriano e che spingeranno l’evoluzione fino a oggi, e qualcuno pensa che la fauna ediacarana sia stata il frutto di una prima esplosione evolutiva, finita in un vicolo cieco. Non solo. Ad oggi risulta difficilissimo inquadrare le creature ediacarane nel nostro sistema tassonomico. Come scrive in modo molto chiaro Peter Godfrey-Smith in Altre menti, «secondo alcuni biologi le creature di Ediacara sono membri di un esperimento evolutivo condotto in forme di vita simili agli animali, ma non animali in senso stretto».

Non siamo sicurissimi che fosse un animale la Dickinsonia, che forse apparteneva a un regno estinto. E un’ipotesi abbastanza impressionante se si considera che le sue dimensioni potevano variare da qualche millimetro a fin oltre un metro. La Dickinsonia aveva una simmetria bilaterale, anche se non è chiaro se si muovesse e se avesse una bocca e sistema digerente, è possibile che si nutrisse per assorbimento.

Dickinsonia Costata. Fossile: foto di James St. John. Ricostruzione: MUSE Torino

Un tipico organismo ediacarano era la Kimberella, qualcosa di simile a un mollusco ovoidale, forse imparentata con le stelle marine, forse no. La Kimberella si spostava sul fondo dell’oceano, era dotata di una proboscide. E forse di un guscio, o forse no.

Kimberella Quadra. Fossile: foto di Masahiro Miyasaka. Ricostruzione: MUSE Torino

È possibile che la Parvancorina, la piccola àncora, fosse un artropode, come le successive Burgessia e Skania Fragilis del Cambriano. Eppure non ci sono evidenze in tal senso e le analogie con la Kinderella non depongono a favore di questa tesi.

Parvancorina Minchami. Fossile: foto di Masahiro Miyasaka. Ricostruzione: MUSE Torino

Per quanto aliene, la Kimberella, la Dickinsonia e la Parvancorina hanno una simmetria bilaterale a noi familiare. Ben diverso è il caso del Tribrachidio, incredibile creatura a tre braccia, dal diametro di cinque centimetri circa. Cosa fosse il Tribrachidio non lo sappiamo proprio, alcuni ipotizzano addirittura che sia il residuo di una parte di un animale. Il Tribrachidio è stato inserito nella categoria dei Trilobozoi, organismi tripartiti ediacarani, perfette manifestazioni del mistero evolutivo precambriano.

Tribrachidium Heraldicum. Fossile: foto di Masahiro Miyasaka. Ricostruzione: Nobu Tamura

Sono solo alcuni rappresentanti della fauna ediacarana, è sufficiente una breve passeggiata in rete per rendersi conto di quanti e quali esseri sorprendenti l’Ediacarano abbia prodotto. Il Cambriano, inventando animali con organi di senso sviluppati e altissima mobilità, ovvero, inventando le interazioni nel regno animale, trasformerà il mondo. Cosa sia accaduto alla fauna ediacarana non è chiaro, quel che è certo è che Ediacara sembra l’esatto opposto del Cambriano, sembra un altro pianeta. Corpi molli, pochissime difese, nessuna arma da attacco. Il mondo ediacarano era – o, volendo essere cauti, ci appare – come un mondo calmo e pacifico, un giardino immerso in una placida serenità sottomarina. Per un po’ si è parlato addirittura di paradiso ediacarano. Probabilmente le cose non sono così semplici, le ipotesi sono ancora aperte, le discussioni affascinanti: esistevano già le meduse urticanti, forse si stabilirà che la Kimberella aveva un guscio di protezione, e in molti sono ormai convinti che Spriggina – che da Sprigg prende il nome – fosse un predatore. Ma è evidente che il mondo di Ediacara era radicalmente diverso dall’agitata competizione cambriana.

Paesaggio di Thaumaptilon (Fauna di Ediacara) Museo Uomo e natura di Monaco

Ancora oggi, Ediacara è un regno enigmatico, che amplia le nostre classificazioni e sfugge ai nostri schemi, e che rappresenta l’unico tentativo conosciuto di popolamento del pianeta Terra alternativo all’ondata a cui noi stessi apparteniamo.

Bibliografia:
S.J. Gould, La struttura della teoria dell’evoluzione, Codice Edizioni 2003
M.A.S. Mcmenamin, The Garden of Ediacara: Discovering the First Complex Life, Columbia University Press 2000

Immagine di copertina: Diorama della vita marina ediacarana, Smithsonian Institution. Opera di Ryan Somma
Immagine di chiusura: Paesaggio ediacarano, Museo Uomo e Natura, Monaco

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