71 ANNI FA L’INCREDIBILE SCOPERTA

Il 26 giugno 1946 in località S. Lucia di Calamello, una frazione di Cartoceto di Pergola, due contadini stavano scavando un fosso all’interno del loro podere quando fecero una scoperta eccezionale. Con la vanga colpirono qualcosa di metallico che si rivelò essere lo zoccolo dorato di un cavallo. Continuando a scavare trovarono ammassati in un’unica fossa oltre trecento frammenti di statue di bronzo dorato per un totale di 9 quintali di metallo.

 

Erano riconoscibili teste e zampe di due cavalli, gambe e busto di un cavaliere ed una figura femminile. La notizia del ritrovamento giunse alle orecchie di Giovanni Vernarecci, all’epoca ispettore onorario di Fossombrone, che dopo essersi recato sul posto ed essersi reso conto del valore archeologico dei reperti non esitò a chiamare la Soprintendenza di Ancona. Quest’ultima, nei giorni successivi, fece completare gli scavi e trasferire tutti i frammenti recuperati al museo archeologico delle Marche di Ancona.

CHI SONO I PERSONAGGI RAFFIGURATI?

Quando gli esperti iniziarono a mettere insieme tutti i pezzi, come in un immenso puzzle, fu chiaro a tutti che si trattava di un unico monumento composto da due cavalieri con i loro cavalli e da due donne in piedi. In un primo momento si pensò che il gruppo equestre rappresentasse una famiglia imperiale del 20 d.C. (periodo romano imperiale), ma questa ipotesi venne in seguito accantonata. Infatti la figura femminile presenta una particolare dell’acconciatura che era in uso tra le matrone romane della seconda metà del I sec. a.C. Per questo motivo il gruppo scultoreo venne retrodatato ad un periodo compreso tra il 50 e il 30 a.C. (età romana repubblicana).

Il cavaliere con il braccio alzato è vestito con paludamentum e tunica, come portavano gli ufficiali militari in tempo di pace. Anche il braccio alzato non è un saluto ma un gesto di pace, poiché è alzato ma la mano non supera in altezza il capo del cavaliere. Tutti i personaggi probabilmente facevano parte di un’unica famiglia di rango senatoriale.

PERCHE’ PROPRIO A PERGOLA?

Le statue sono finite sottoterra in un luogo che in epoca romana risultava isolato e periferico (Pergola non esisteva ancora) ma nei pressi dell’intersezione tra la Via Flaminia e la Via Salaria Gallica. I bronzi dorati potrebbero provenire proprio da uno dei centri romani situato lungo queste strade: Sentinum – Sassoferrato, Forum Sempronii – Fossombrone, Suasa – Castelleone di Suasa oppure da una delle città romane situate sulla costa: Pisaurum – Pesaro, Fanum Fortunae – Fano, Sena Gallica – Senigallia. A supporto di tale ipotesi esiste un reperto molto simile di testa equestre di bronzo dorata, trovata proprio a Suasa alla fine del 1800 e conservata al Walter Art Museum di Baltimora.

Unico gruppo scultoreo di bronzo dorato di epoca romana giunto intatto fino ai giorni nostri, i “Bronzi Dorati da Cartoceto di Pergola” rappresentano un tesoro storico e archeologico tra i più importanti al mondo.

 

Per info su orari visite e altro: www.bronzidorati.com
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